(A firma di Antonio Marfella, Tossicologo Oncologo) –

Ippocrate, considerato il padre della moderna Medicina, riteneva che Esculapio, Dio della Medicina, presiedesse alla condizione di salute e benessere dell’uomo grazie all’intervento delle sue due figlie, Igea e Panacea.

Igea, divenuta poi Salus nella mitologia romana, era il simbolo della moderazione e del corretto comportamento dell’uomo: era quindi, secondo criteri moderni, il simbolo della “prevenzione”.

Panacea, alla quale si attribuiva l’uso delle piante magiche e medicamentose, rappresentava, secondo il pensiero moderno, l’impegno continuo per la “ricerca e la cura” di tutte le condizioni morbose.
Fin dai tempi più antichi, queste due figure hanno rappresentato due istanze complementari fra loro e ugualmente importanti, ma nella medicina moderna il costante impegno a sconfiggere le malattie e i successi ottenuti hanno fatto prevalere Panacea (la cura) su Igea (la prevenzione).
Igea, figlia di Esculapio e di Lampeggia, era venerata come dea della salute. Veniva raffigurata ora sotto l’aspetto di una giovane donna prosperosa nell’atto di dissetare un serpente, ora seduta con la mano sinistra appoggiata a un’asta, mentre con l’altra mano porge una patera a un serpente che, lambendola, si innalza da un’ara posta davanti a lei.

A differenza del padre, direttamente e unicamente associato alla cura delle malattie, Igea veniva invece associata alla prevenzione dalle malattie e al mantenimento dello stato di salute.

A cosa è dovuta la presenza del serpente?
Gli antichi attribuivano al rettile intelligenza e sentimenti particolari: suscitava grande impressione per la vita misteriosa e sotterranea, per la capacità di secernere veleni mortali. Il serpente è legato da sempre al mondo della farmacologia: il suo veleno, in minime dosi, rappresentava spesso l’unico rimedio contro moltissime malattie.

Nell’area metropolitana di Napoli i dati epidemiologici ci confermano che stiamo vivendo un periodo storico con i picchi nazionali delle seguente tipologie di tumori maligni: fegato, pancreas, polmone.
Patologie oncologiche maligne con il più basso indice di cura oggi .

È gravissima e pericolosa utopia ritenere che Panacea possa risolvere tutti i mali dell’Uomo: il volto sorridente e rassicurante del più grande Oncologo di Italia oggi vivente, Umberto Veronesi, che troneggia nelle edicole sul più diffuso settimanale di opinione del nostro Paese, per me è come un richiamo proprio al Mito di Esculapio.
Quando Zeus ritenne che Esculapio, il più grande Medico, direttamente formato da Apollo, e sua figlia Panacea fossero andati troppo oltre, facendo resuscitare pure i morti, semplicemente li fulminò!

È pericolosa quanto falsa utopia pensare che, noi miseri mortali possiamo permetterci di ammalarci di tutti i mali, cancro compreso, e risolvere tutto con utili quanto efficaci e/o innocue pillole, soprattutto se costosissime, anche in termini di farmaco-prevenzione!
Non esiste Farmacologo, devoto sincero di Panacea, che non sappia bene quanta pubblicità ingannevole vi sia in questo messaggio!

Perchè, da oltre due anni a questa parte, sono diventato a Napoli uno dei più impegnati medici nella battaglia per una efficace prevenzione primaria ?

Per ciò che tutti sappiamo oggi ma che noi tecnici osserviamo da tempo ma senza il dovuto impegno, che pure sarebbe nostro preciso dovere nel rispetto del giuramento di Ippocrate che è anche per Igea, non solo per Panacea!

Quale Farmacologo ed Igienista in formazione, sono leale e devoto seguace delle due Dee ma soprattutto memore delle motivazioni di aiuto e solidarietà che a sedici anni mi hanno spinto a decidere di iscrivermi alla Facoltà di Medicina.

E se all’inizio del secolo scorso Il Medico Santo Giuseppe Moscati ritenne più importante assicurarsi che ai suoi pazienti non mancassero non già le medicine ma il pane e il latte, è stata per me una recente scoperta ed è diventato imperativo morale, oggi, nel rispetto di questi giuramenti di tanti anni fa, combattere per garantire ai miei concittadini non tanto moderne e costose medicine quanto la qualità dell’aria, dell’acqua, del pane e del latte per oppormi con maggiore efficacia alla più terribile malattia della nostra epoca: il cancro, specie a quelle tipologie di cancro ancora poco o nulla curabili come quelle che purtroppo primeggiano oggi a Napoli e in Campania, fegato e polmone. (8.6 e 12.8% di sopravvivenza a 5 anni).

La Medicina, nella sua complessa evoluzione scientifica, tecnica e culturale ha da sempre rappresentato il primo e più potente mezzo d’intervento dell’uomo nei confronti delle sue condizioni vulnerabili ma suscettibili di miglioramento.

Socrate affermava: “Non si deve tener conto del vivere ma del vivere bene”; Aristotele sosteneva: “Compito dello stato non è solo quello di concedere la vita, ma piuttosto una buona qualità di vita” e l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) oggi sostiene: “I governi sono responsabili della salute della popolazione intesa non solo come assenza di malattia, ma come completo benessere fisico, psichico e sociale “.

Il sopraggiungere dell’etica aziendale nell’organizzazione della sanità, con i vantaggi che ne possono derivare, non ci deve però far soccombere dinnanzi al dio denaro, in quanto le conquiste sociali, e il principio di solidarietà, devono rimanere una parte essenziale del modo di essere dell’umanità.

Per questo vale molto di più il ben governare e regolarizzare il traffico veicolare e il proibire ferocemente il fumo di sigaretta individuale e costruire inceneritori piccoli e in luoghi isolati che ingrandire i reparti e ridurre le liste di attesa per il tumore al polmone.
Purtroppo da troppo tempo ciò non si vede a Napoli e in Campania e, come nel secolo scorso, quando sul MATTINO scriveva Matilde Serao, di ciò viene considerato colpevole (e non vittima!) il popolo anziché i suoi governatori.

Se inceneritore dentro Napoli deve essere, sulla base del principio di precauzione, non si vede alcun razionale motivo, che si debba pensare a costruire due maximostri da oltre 3 miliardi e mezzo di sigarette/equivalenti fumate al giorno nel raggio di soli 15 km (Acerra e Napoli est) rispetto alla media di meno di 400mila sigarette/equivalenti fumate al giorno per esempio dall’inceneritore di Vienna, maximostri localizzati oltretutto in prossimità delle zone più densamente abitate del Pianeta (Napoli centro, San Giovanni e Portici!). Maledetto e spergiuro sia indicato a tutti gli Dei quel Medico che fa credere al Potente che ciò equivale all’inquinamento di quattro automobili o che, ancora peggio, sia pure diagnosticato precocemente un tumore maligno al polmone, la dea Panacea, senza sofferenze atroci e senza veleno di serpente, ci farà tornare serenamente guariti a casa!