(A firma di  ) –

La corsa ai biocombustibili va rallentata e vanno rafforzate politiche
a tutela dello sviluppo agricolo e rurale dei Paesi poveri.
Diversamente continuerà ad aumentare la fame nel mondo.
L’impennata dei prezzi delle derrate alimentari, nel solo 2007, ha
creato 75 milioni di ‘nuovi’ affamati e portato il numero totale a 923
milioni. Il monito arriva dall’ultimo rapporto della Fao sullo stato
dell’alimentazione e l’agricoltura (Sofa 2008), che mette in evidenza
come politiche e sussidi relativi alla produzione di biocombustibili
da prodotti agricoli sia più che triplicata dal 2000 e il 2007 e rischi
oggi di compromettere la sicurezza alimentare poichè biofuel ed
etanolo incidono prepotentemente sull’aumento dei prezzi delle
materie prime agricole. Inoltre, sussidi e barriere commerciali
adottate dai Paesi Ocse creano un mercato artificiale che
danneggia i Paesi poveri e ne ostacola lo sviluppo agricolo e rurale.
Senza considerare che sul piatto della bilancia non si potrà mettere
un’alternativa ai carburanti fossili visto che, secondo le previsioni
degli esperti, pur raddoppiando nei prossimi dieci anni la
produzione, il ricorso ai biocombustibili avrà un impatto modesto
nel settore energetico. La produzione di biocarburanti basata su
prodotti agricoli è più che triplicata tra il 2000 ed il 2007, ed ora
copre quasi il due per cento del consumo mondiale di carburanti per
il trasporto. Questa crescita si prevede continuerà, ma il contributo
dei biocombustibili liquidi (per lo più etanolo e biodiesel) all’energia
per il trasporto, ed in generale all’uso globale di energia, rimarrà
modesto. Nonostante questa limitata importanza dei biocomustibili
liquidi in termini di fornitura di energia a livello globale, la domanda
di materie prime agricole (zucchero, mais, semi oleosi) per la loro
produzione continuerà a crescere nel prossimo decennio, e forse
anche dopo, ponendo una pressione al rialzo dei prezzi alimentari.