(A firma di Salvatore Romano) –
Il Presidente Nazionale Acli, Andrea Olivero, ha inaugurato il 22 luglio all’Aquila la nuova sede dell’Associazione, in Via Carducci 30, nel quartiere di Pettino accolto calorosamente dal Presidente Provinciale Ernesto Placidi.
Erano presenti Mons. Giuseppe Molinari, (Arcivescovo Metropolita dell’Aquila), Roberto Oliva (Segretario Generale Acli), Giuseppe Failla (Segretario Nazionale Giovani Acli), Pierpaolo Napoletano (Resp. Acli Nazionale dell’Organizzazione Territoriale), Massimo Cialente (Sindaco dell’Aquila), e tanti altri rappresentanti del mondo Acli regionale e nazionale
La vecchia sede dell’Aquila, in via Arco dei Francesi, è in piena “zona rossa” quindi tutt’ora inagibile e inaccessibile.
Durante la conferenza stampa con emozione il presidente Olivero ha espresso solidarietà e vicinanza al popolo abruzzese, ha ribadito di come tanto resta da fare in tema di prevenzione in ogni luogo di questo nostro Paese.
Giuseppe Failla ha annunciato che sono aperte le iscrizioni per 30 posti disponibili per il secondo campo estivo organizzato dai Giovani delle Acli e dal Cta (Centro turistico Acli) che si svolgerà a Pesaro dal 24 al 31 agosto e destinato ai ragazzi aquilani tra i 14 e i 17 anni che vivono nelle tende. Il primo campo si è svolto i primi di luglio, sempre a Pesaro.
In questi mesi, Caf Acli e Patronato Acli, hanno potuto operare sul territorio aquilano, grazie a tre camper mobili, girando per le tendopoli e i centri commerciali. Inoltre il Caf destinerà alle Acli aquilane una parte dei ricavi nazionali maturati quest’anno dalla campagna fiscale nazionale.
Numerosissime le iniziative di raccolta fondi feste, concerti, gemellaggi, gare sportive avviate in tutto il mondo autonomamente dai diversi soggetti delle Acli, per aiutare i colleghi e la popolazione abruzzese.
Il Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha evidenziato che strutture come le Acli sono la testimonianza tangibile di come, nonostante le difficoltà terribili che la città vive, c’è voglia di ripartire.
E, “ripartire dai circoli” è la parola d’ordine delle Acli aquilane che esprimono la necessità di lavorare per ricostruire un tessuto sociale che oggi manca completamente.
In questa direzione si inserisce il progetto ambizioso della Casa della solidarietà delle Acli, un luogo dove si possa riscoprire la bellezza del vivere insieme.
A conclusione dell’incontro, Mons. Molinari, ha effettuato la benedizione dei locali e apprezzato il movimento aclista che nel corso di tutti questi anni, tra tutte le associazioni simili del mondo cattolico e non, ha avuto quella marcia in più che le ha permesso di essere protagonista indiscusso in Italia e in particolare nella città dell’Aquila.
Nella nuova sede Acli dell’Aquila, incontriamo il Presidente Nazionale Acli che in esclusiva ci concede un’intervista.
Presidente, nella conferenza stampa per l’inaugurazione della nuova sede dell’Aquila lei ha accennato alla “Casa Acli”. Cos’è?
Quali gli obiettivi?
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La Casa Acli, sarà una grande “Casa della solidarietà”.
Una struttura polivalente in grado di ospitare i diversi servizi che fanno capo alle Associazioni Cristiane dei lavoratori italiani, ma soprattutto uno spazio di socialità per gli abitanti dell’Aquila, un luogo di incontro per le famiglie, aperta e protesa al terzo settore per fare del sociale un’associazionismo sano, fatto di idee e progettualità per ricostruire un tessuto sociale che il sisma ha duramente provato.
In che modo e quando sarà pronta la struttura?
Sulla base dell’esperienza maturata in occasione del terremoto del ’98 nelle Marche e in Umbria, abbiamo stipulato un protocollo di intesa con la Caritas italiana, mettendo insieme risorse e competenze. Destineremo a questo progetto i soldi raccolti con le varie iniziative e parte delle risorse assegnate alle Acli dal 5 per mille. L’obiettivo ambizioso è inaugurare e rendere operativa questa nuova struttura entro la prossima primavera.
Pur storicamente legate al mondo dei lavoratori, oggi un comune cittadino vede le Acli come un luogo dove poter risolvere i propri problemi fiscali e previdenziali, avulso dalle “lotte sindacali” proprie dei cosiddetti sindacati di categoria. Qual è il rapporto tra Acli e mondo del lavoro?
In un contesto attuale si fatica ad associare un sindacato ad una classe lavoratrice. Spesso il lavoratore che oggi si iscrive al sindacato non lo fa per un riconoscimento valoriale ma per un opportunità contingente legata alla propria attività. Dati della CGIL dicono che il 30% dei loro associati ha votato Pdl e, addirittura, una buona parte per la Lega.
La nostra fedeltà al lavoro sta nel fare in modo che i nostri associati parlino di lavoro. È difficile, ma noi proviamo a far discutere i soggetti sociali sui temi dei diritti, del reddito, dell’orario lavorativo e del tempo da porter dedicare alla propria famiglia.
Lei Presidente, è anche Portavoce del Forum Nazionale del terzo settore. Quale messaggio vorrebbe lanciare da questo giornale?
Riprendendo le parole di Benedetto XVI, il mio sogno è fare in modo che il mondo del no-profit “civilizzi l’economia”. Molte cooperative sono nate nel mondo dell’aclismo e sono convinto che la strada intrapresa, seppur irta e piena di difficoltà, è quella giusta.