(A firma di .) –
Una foto da cartolina, un promontorio a picco sul mare, e una scritta che campeggia: “Difendiamo la macchia mediterranea”. Non è la prima campagna del neonato dicastero del turismo, perché le “macchie” a cui si allude sono discariche abusive, sacchetti d’immondizia disseminati ogni dove nel panorama, nascosti tra la vegetazione “mediterranea”.
È la Pubblicità regresso delle Acli, provocatoria campagna di comunicazione sociale, che richiama questo mese l’attenzione sul tema dei rifiuti, nel giorno in cui rimbalza sui media la denuncia di Legambiente: i rifiuti spariti negli ultimi mesi dalle città della Campania sarebbero finiti in una enorme discarica a cielo aperto, in provincia di Caserta, su un terreno confiscato un paio di anni fa proprio al boss dei Casalesi Francesco Schiavone, detto Sandokan, tra i protagonisti del traffico e dello smaltimento illecito di rifiuti.
“Da gennaio ad aprile a Napoli e in Campania abbiamo piantato 5.779 nuovi sacchetti di immondizia” recita con orgoglio il testo della finta pubblicità, realizzata a cura di un fantomatico “Ministero per la Monnezza”, che punta a mobilitare i cittadini: “Di basta anche tu allo spopolamento delle discariche in Campania”.
La Pubblicità Regresso è un’iniziativa di comunicazione sociale realizzata dal mensile delle Acli Aesse (Azione sociale) insieme con l’agenzia di comunicazione Scrittura.org. Partita nel 2008, la campagna prosegue ogni mese sulle pagine della rivista, prendendo spunto dagli stereotipi della pubblicità commerciale o istituzionale e riadattandoli ad un tema sociale.
L’obiettivo è duplice: sensibilizzare il pubblico sulle questioni più urgenti e magari trascurate dalla grande informazione; realizzare una parodia un pò cinica della pubblicità tradizionale.