(A firma di Pino Masciari, Marco Paccagnellai) –

La Germania punta a riconfermare il suo potere politico e il suo potere economico dentro la UE e nei mercati esteri così ben conquistati.
Noi restiamo a guardare la sua espansione e c’è da chiedersi: il nostro governo e la nostra classe politica, ci sono o ci fanno?
Bisogna incolparli di incapacità, soggezione o di coprire fatti e interessi inenarrabili?
Un passo indietro: qualche mese dopo la firma del Trattato di Maastricht nel 1992, le autorità britanniche decidono l’uscita della sterlina dallo SME, il Sistema Monetario Europeo, e la moneta (oggetto di speculazioni insieme alla lira italiana ) viene svalutata nei confronti del marco tedesco.
Gli anni della trasformazione mafiosa, dalla lupara alla ventiquattro ore, gli anni delle stragi mafiose, gli anni che danno inizio al declino politico ed economico di Italia.
La Germania ha vinto diventando un colosso nella meccanica, nel settore delle automobili e nel comparto della chimica: tutti reparti dove eccellevamo. Oggi scomparsi.
La Germania ci ha messi tutti assieme solo ed esclusivamente per far proprie tutte le eccellenze degli Stati comunitari e aumentare le proprie credenziali nel mondo.
I nostri governi sbandierano, molto spesso, il “c’è lo chiede l’Europa” però non ci raccontano mai quando l’Europa “della Germania” ci chiede di diminuire il numero degli impiegati pubblici, della burocrazia, delle reti televisive detenute da un solo soggetto, oppure quando ci chiede di attuare delle serie politiche di contrasto alle mafie.
Non ci interessa sapere come finiranno le elezioni in Germania a noi interessa cancellare questa politica delle larghe intese, soprattutto dei larghi interessi, in casa nostra. Questi leader nostrani non convincono, noi prima dei mercati. Questi nostri onorevoli con la mania delle deleghe in bianco, super pagati e inadempienti. Deve cambiare il nostro modo di fare politica e devono cambiare i compiti dell’Europarlamento, così com’è, non serve a niente e soprattutto, deve cambiare la BCE.
La moneta unica deve vivere tra Stati membri con egual politica fiscale ed economica, dove tutti gli Stati possono produrre ed esportare nei medesimi mercati e alle medesime condizioni. Questa speculazione sugli italiani deve finire a colpi di riforme volute da tutti i partiti. Non vogliamo essere più il Paese delle emergenze, vogliamo diventare nuovamente il Paese capace di rimettere in linea una Germania con la fissa dell’espansionismo. I primi interventi da fare nell’immediato: ridare corpo e forza alla lotta alla mafia ripristinando e includendo nuovi reati, come il voto di scambio e la corruzione. Tirare il collo alle banche che fino ad oggi hanno goduto di aiuti pubblici vergognosi: queste devono dare maggior credito a costo basso alle imprese. Eliminare di 10 punti il cuneo fiscale che grava sulle imprese e sulle assunzioni.
Che senso ha avere paura di forare nuovamente il bilancio?
Al punto in cui siamo non abbiamo null’altro da perdere, mentre, da difendere, abbiamo l’orgoglio e la vita dei nostri quasi 60 milioni di abitanti.