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Una doccia fredda. Solo così si può definire il rapporto pubblicato dall’International Energy Agency sullo stato e il progresso delle energie pulite che misura la crescita globale in termini di efficienza energetica e di avanzamento delle tecnologie energetiche sostenibili.

I dati contenuti nella terza edizione del Tracking Clean Energy Progress 2013 presentata a New Delhi, ridimensiona brutalmente i sogni di transizione a breve in un’economia low carbon. Se le fonti rinnovabili avanzano, il loro impatto sulla produzione energetica è quasi nullo. Malgrado oltre un decennio di investimenti sostenuti in campi fotovoltaici e eolici, e svariati summit tra i leader mondiali, l’energia è rimasta sporca come 20 anni fa. A dimostrarlo è l’indice ESCII introdotto per la prima volta nel rapporto di quest’anno. Misura le tonnellate di emissioni di CO2 per unità energetica utilizzata e offre una visione cumulativa globale dei progressi compiuti nel settore energetico. Nel 1990 l’indice era 2,39 tonnellate di CO2 per tonnellata equivalente petrolio (Tep). Vent’anni dopo il miglioramento è impercettibile 2,37 tonnellate di CO2 per Tep. Questo parametro però evidenzia solo una faccia della sfida di decarbonizzazione del pianeta. Non solo l’energia deve essere prodotta con fonti più pulite deve ma anche il ritmo di crescita della domanda di energia deve rallentare.
“Dato che le temperature crescono gradualmente a causa della continua crescita delle emissioni di gas serra come il diossido di carbonio (due terzi dei quali viene dal settore energetico), la mancanza di progressi dovrebbe servire come campanello d’allarme” ha dichiarato Maria van der Hoeven, direttore esecutivo del watchdog energetico che non lesina strigliate ai governi. Il mondo non è in linea con la traiettoria di azioni da completare entro il 2020 per lo scenario 2DS ovvero calmierare l’aumento della temperatura del pianeta a “soli” 2°C al 2050”. Tra le cause, il carbone che continua a dominare la generazione elettrica (+6% tra 2010 e 2012) e a crescere a ritmi più che proporzionali rispetto alle fonti non fossili. Altro che carbone pulito. “Circa la metà delle centrali costruite nel 2011 utilizzano tecnologie poco efficienti, fenomeno che non riesce a contrastare le emissioni evitate dalla chiusura degli impianti obsoleti”. Altra nota dolente, la tecnologia CCS viene applicata solo per un quarto rispetto alla tabella di marcia prevista per raggiungere uno scenario di surriscaldamento di soli 2 gradi.
Gli Usa che grazie alla rivoluzione del gas shale, stanno virando verso la fonte fossile meno inquinante, hanno registrato un aumento del 5% delle centrali elettriche alimentate a gas naturale tra il 2010 al 2012. A questo trend regionale si contrappone l’Europa la quale invogliata dai prezzi relativamente bassi del carbone ha aumentato le centrali a carbone a scapito di quelle a gas. La domanda globale di carbone al 2017 sfora di 17% gli obiettivi dello scenario +2 gradi e supera anche quelli dello scenario peggiore +6 gradi.

Un plauso contenuto all’industria per i suoi sforzi nell’efficientamento e risparmio energetico ma rimangono ancora significativi margini di manovra.


Tra le rare note positive, si segnala che l’energia prodotta a livello globale attraverso fotovoltaico o eolico è cresciuta rispettivamente del 42% e del 19%. Le economie emergenti, inoltre, sembrano aver capito l’importanza dell’ambiente. Brasile, Cina e India, infatti, sono i paesi che hanno registrato miglioramenti nella propria legislazione a favore delle energie rinnovabili.

Buone notizie anche dal settore automobilistico. La vendita di automobili ibride, ad esempio, ha toccato quota un milione mentre quella di automobili elettriche è più che raddoppiata toccando quota 110mila unità. (Sul panorama mondiale dei veicoli elettrici a qui fino al 2020, l’agenzia ha pubblicato in contemporanea EV Outlook sul quale torneremo prossimamente)

Complessivamente sono undici le aree passate sotto la lente degli analisti IEA: rinnovabili, centrali a gas, centrali a carbone, CCS, processi industriali, carburanti, mobilità elettrica e ibrida, biocarburanti, edilizia, smart grids.

fonte: www.assoelettrica.it