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Il maxiemendamento alla manovra economica (DL 78/2010) approvato dal Senato contiene un provvedimento che permetterà agli armatori imbarcati, inclusi i soci lavoratori di cooperative della piccola pesca, di poter accedere, nel caso di sospensione dell’attività, a forme di ammortizzatori sociali per far fronte alla crisi in atto nel settore, come avviene per i tutti gli altri pescatori. Lo affermano in una nota congiunta l’Agci Agrital, la Federcoopesca-Confcooperative, la Lega Pesca, spiegando che si tratta di benefici simili a quelli della Cassa integrazione, ma che non verranno erogati dal Welfare ma dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
“Una misura emergenziale e assolutamente straordinaria – spiegano i presidenti Buonfiglio, Coccia, Ianì -, che potrà contare su risorse aggiuntive per 2 milioni di euro, estremamente utile in questo contesto economico.
Le tre associazioni chiariscono il calcolo della Cigs, vero ostacolo finora per la sua applicazione in assenza di uno specifico contratto di lavoro, è inserito direttamente nel testo della legge in votazione ed è pari all’80% dei salari minimi garantiti comprensivi delle indennità fisse mensili per ferie, festività e gratifiche di cui alle tabelle allegate ai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali.
“Resta fermo – sottolineano Buonfiglio, Coccia, Ianì – il nostro impegno assoluto nel portare a compimento il contratto di lavoro della cooperazione nella pesca.
La soluzione a tutte le situazioni di criticità del settore va trovata, infatti, nel tavolo cooperativo attivato con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative”.