(A firma di Carlo Di Stanislao) –

Class Action” o “Azione Collettiva”: due parole che stanno diventando importanti anche in Italia. Introdotta solo con la Finanziaria del 2008, ma già in uso negli Stati Uniti, una “Class Action” è un’azione legale collettiva. Lo strumento si è rivelato efficace oltreoceano, dove molti cittadini o associazioni di consumatori hanno fatto valere il peso di singole Class Actions contro importanti gruppi multinazionali o apparati statali.
Anche in Italia le azioni collettive dei consumatori si cominciano ad affermare. In questi giorni le associazioni dei consumatori hanno promosso azioni collettive per far valere i diritti dei cittadini nel confronti della pubblica amministrazione, degli istituti di credito e scolastici.

Ma anche a favore di chi vive in zone a rischio frana. In primo luogo il Codacons ha promosso una Class Action ai danni della pubblica amministrazione per i danni economici provocati dall’allarmismo per il virus H1N1.
L’obiettivo è di ottenere dal ministero della Salute parte dei soldi spesi per la fornitura di vaccini, per prevenire una pandemia rivelatasi un “bluff” mondiale. Ma non è solamente il vaccino a costituire un oggetto di controversia: anche gli strumenti di rilevazione della “febbre suina”, sono oggetto di azione collettiva.
È il caso dell’”Egotest Flu”, un test fai-da-te per verificare la presenza del virus pandemico, risultato poi altamente inaffidabile, ma commercializzato, nonostante tutto. L’azione, portata avanti dal Codacons ai danni dei produttori del test, mira a risarcire i consumatori dei soldi spesi per l’inutile spesa. Ancora il Codacons è impegnato poi in un’azione collettiva portata avanti contro il Tar del Lazio, in cui si chiede al ministero della Pubblica istruzione e ai 20 direttori scolastici regionali di rispettare il limite di studenti per classe previsto dalla legge. Possono aderire all’azione collettiva tutti i genitori di chi è costretto a fare lezione in classi con più di 25 alunni. L’obiettivo è quello di avere indietro parte delle tasse scolastiche regolarmente versate. Sempre tra le azioni promosse dal Codacons, quella in favore di alcuni cittadini residenti in zone a rischio frana, già individuate dalle pubbliche autorità: Roccaraso, Noli, Civitanova del Sannio, Erice, AciCastello, Santa Marinella, Mandatorriccio, San Lorenzo Maggiore, Gavazzana.
Le misure prevedono un risarcimento per i pericoli corsi a causa del dissesto del proprio territorio e per i costi sostenuti per “mettere in sicurezza” le proprie abitazioni.

Le azioni dei consumatori si estendono anche ai reati bancari.
È il caso dell’azione promossa dall’associazione Adusbef (associazioni di difesa degli utenti di servizi bancari e finanziari) contro Bankitalia e Unicredit per presunte irregolarità ai danni dei mutuatari (sottoscrittori di mutui bancari). Anche il Codacons sfida Intesa S.Paolo e Unicredit sulla base delle rilevazioni dell’Antitrust, secondo le quali le banche avrebbero compensato l’eliminazione della commissione di massimo scoperto introducendo nuove e più costose spese a carico degli utenti. Molte anche le azioni promosse dal SITI (l’associazione Italiana per la tutela dell’investimento e del risparmio) a favore di azionisti danneggiati da presunte irregolarità di grandi gruppi industriali nostrani come Cirio, Parmalat o Alitalia. Tante, poi, le Class Action del nuovo anno: quella annunciata dal Codacons contro la mancata riduzione del prezzo della benzina (pur in una situazione di netto ribasso per quanto concerne il costo del petrolio); quella sui danni ambientali prodotti dell’inquinamento dello stabilimento petrolchimico di Porto Torres sino; la Class action contro Trenitalia in caso di taglio di servizi essenziali, promossa da pendolari, Federconsumatori e Legambiente. Infine, già avviata anche una Class Action da parte dell’ADUC (Associazione di Utenti e consumatori) contro i produttori che vendono computer con il sistema operativo di Microsoft “Windows” pre-installato per violazione della concorrenza.

Se Berlusconi e il suo governo si impegnano a “non mettere le mani nelle tasche degli italiani”, molti italiani rivendicano di poter “metterre mano” alla tasce del governo e dell’amministrazione, se sono stati turlupinati.