(A firma di Franco Ortolano, Prof. Ordinario Univ. Federico II, Napoli) –

Grandi manovre di palazzo si stanno verificando negli ultimi giorni incentrate sui rifiuti campani:
esponenti del centro sinistra si sono precipitati a discutere con esponenti del governo nazionale regionale. Bersani ha ammonito il governo nazionale a non perdere tempo sugli inceneritori della Campania; Rosi Bindi ha parlato del piano del PD relativo alla soluzione definitiva dello scandalo rifiuti in Campania.
A quanto pare nessuno dei due influenti personaggi ha pensato a illustrare, in maniera comprensibile, ai cittadini che dovrebbero votare quale sia la proposta del PD.
Quest’ultimo aspetto è di importanza strategica perché gli elettori della Campania e dell’Italia nella primavera 2008 hanno severamente punito il centrosinistra, i Verdi, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani proprio a causa della loro incapacità di governo circa lo scandalo rifiuti in Campania.
Il centro destra ha vinto grazie alla promessa del loro leader di ripulire la Campania in poco tempo, dopo che il centro-sinistra aveva lasciato accumulare, per l’ennesima volta, cumuli di rifiuti nelle strade tra dicembre 2007 e gennaio 2008.
Rimane un mistero come mai il governo Prodi dopo avere emanato il 5 luglio 2007 una legge che avrebbe dovuto chiudere definitivamente l’emergenza non abbia poi fatto applicare la legge stessa provocando la più grave crisi ambientale ed economica della regione Campania.
Altro mistero insoluto è rappresentato dal comportamento dello scadente Presidente del Consiglio Prodi che a camere sciolte tra gennaio e febbraio 2008 ha elargito un prezioso regalo ai gestori dell’inceneritore di Acerra riammettendo l’uso dei contributi economici CIP 6, appena eliminati dalla finanziaria approvata alcuni mesi prima.
Ancora più incomprensibile, si fa per dire, è il “regalo paccotto” fatto ai cittadini campani consistente nell’annullamento, grazie ad una ordinanza di Protezione Civile, della prescrizione del Ministro dell’Ambiente che vincolava l’attività dell’inceneritore di Acerra alla combustione esclusivamente di rifiuti che avessero le caratteristiche di CDR (combustibile da rifiuti) prescritti per legge; improvvisamente Prodi ha deliberato che nell’inceneritore potessero essere bruciati i rifiuti tal quale raccolti dalla strada senza alcuna differenziazione e selezione. Praticamente ha autorizzato l’uso di un combustibile molto scadente per fare funzionare una macchina costruita per un combustibile molto raffinato.
Le conseguenze si stanno vedendo!
Altro mistero è la mancanza di opposizione qualificata e documentata alle inefficaci leggi emanate come ad esempio il DL 90/08; lo stesso centro destra ha censurato la sua stessa legge eliminando tre siti improponibili che aveva inserito nell’elenco delle discariche da realizzare.
Altro elemento molto preoccupante è l’assenza di una posizione parlamentare seria e risolutiva a favore della salute dei cittadini e della tutela delle risorse ambientali e naturali di importanza economica. Quello che è apparso chiaro è che Bersani si è dimostrato molto sensibile ad entrare nella “discussione” circa i tre inceneritori che il DL 90 prevede in Campania e che dopo due anni e mezzo sono ancora in alto mare: un affare, sembra, di oltre 1 miliardo di euro. Sarebbe il caso che il PD facesse conoscere la propria linea circa la soluzione dello scandalo rifiuti in Campania; l’attivismo di palazzo è alquanto sospetto e non promette niente di buono per i cittadini campani.
Sa tanto di combine a scapito dei cittadini.
Se il PD vuole fare proposte serie e documentate deve convincere i cittadini che vi è stata una netta discontinuità con la sua azione di governo conclusasi disastrosamente tra il 2008 (a scala nazionale) e nella primavera 2010 a livello regionale e provinciale.
Quello che pensa e fa il centrodestra è evidente. Quello che gli elettori vorrebbero sapere è se si tratta delle “voci (di centrodestra e di centrosinistra) di un solo padrone” o se le proposte di governo del PD circa il problema rifiuti in Campania siano tese alla tutela dei cittadini e dell’ambiente e non ad incrementare ulteriormente i guadagni parassitari delle lobby che finora hanno prosperato con il denaro pubblico per oltre 16 anni senza risolvere il “falso problema” anche durante alcuni governi nazionali e regionali con maggioranza di centrosinistra.