(A firma di Salvatore Romano) –

Il Governo italiano ha fissato per il 21 giugno 2009 lo svolgimento dei tre Referendum sulla riforma della Legge Elettorale e sull’abolizione delle candidature multiple. I Referendum si svolgono con un anno di ritardo rispetto alla raccolta delle firme, a causa dello scioglimento del Parlamento italiano nella passata legislatura, accaduto in tempi troppo ravvicinati alla data dello svolgimento del referendum; la coincidenza è vietata dalla Costituzione.
Per cosa si vota
I cittadini italiani maggiorenni saranno chiamati ad esprimere il proprio parere sui seguenti tre quesiti:
1 – scheda di colore VERDE (premio di maggioranza alla lista più votata alla Camera dei Deputati)
Votando SI si approva la modifica alla legge elettorale attuale nella parte in cui assegna il premio di maggioranza alla Camera dei Deputati, che verrebbe assegnato alla lista con più voti e non più, come ora, alla coalizione di partiti con più voti.
Votando NO si lascia invariata la legge attuale.
2 – scheda di colore BIANCO (premio di maggioranza alla lista più votata al Senato della Repubblica)
Votando SI si approva la modifica alla legge elettorale attuale nella parte in cui assegna il premio di maggioranza al Senato della Repubblica, che verrebbe assegnato alla lista con più voti e non più, come ora, alla coalizione di partiti con più voti.
Votando NO si lascia invariata la legge attuale.
3- scheda di colore ROSSO (abolizione delle candidature multiple)
Votando SI si vieta a qualsiasi candidato di essere presente su più circoscrizioni e si obbliga ognuno a scegliere in quale collegio/sezione elettorale candidarsi.
Votando NO si lascia invariata la legge attuale.
L’ANALISI
Le ragioni del SI

QUESITI 1 E 2 (CAMERA & SENATO)
Se vincessero i Sì, scomparirebbero le coalizioni di partiti e si eviterebbe che questi si uniscano il giorno delle elezioni e si dividano subito dopo imponendo veti, mediazioni e verifiche continue a maggioranza e governo. Si realizzerebbe anche in Italia il bipartitismo, così come negli Usa, in Inghilterra, in Francia e in Spagna. Senza coalizioni, la soglia di accesso a Camera (4%) e Senato (8%) diventerebbe uguale per tutti e il premio di maggioranza non potrebbe più andare alla coalizione ma solo alla lista che avrà ottenuto più voti.
QUESITO 3 (CANDITATURE MULTPLE)

Se vincessero i Sì, sarebbe vietato candidarsi in più di un collegio e scomparirebbe la pratica abusata di presentare ovunque candidati “acchiappa-voti” (normalmente i leader di partito). In questo modo sarebbe colpita la nomina dei parlamentari da parte delle segreterie di partito, che decidono chi deve andare al Parlamento sia prima delle elezioni, sia (mediante questa pratica abusata) all’indomani del voto.
Le ragioni del NO
L’ESITO DEL REFERENDUM “PEGGIOREREBBE” IL SISTEMA ELETTORALE VIGENTE. Non verrebbero ripristinate le “preferenze” ossia il diritto degli elettori di scegliere quali rappresentanti mandare in Parlamento e, introducendo un premio di maggioranza in favore della singola lista più votata, si affiderebbe ad un solo partito (anche se questo disponesse solo del 20 o 30% di preferenze, purché il partito nel complesso più votato!) il potere di “occupare” il 55% dei seggi in Parlamento snaturando il senso di una “democrazia rappresentativa” (la maggioranza del Parlamento sarebbe espressione di una minoranza di Italiani) e accentrando il potere pubblico in poche mani.