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Il 28 aprile è stata una giornata storica per l’Rfid nel settore della sanità. In Florida (Stati Uniti), infatti, la VeriChip – azienda nota per la produzione di chip impiantabili nel corpo umano – ha avviato una campagna di marketing diretta a tutte le persone che vogliono impiantarsi un tag Rfid.
Potenzialmente è un terremoto per il mercato delle etichette intelligenti. Chiunque lo volesse, infatti, potrebbe decidere di impiantarsi un microprocessore contenenti tutte le sue informazioni sanitarie, utili per esempio in casi di emergenza quando il paziente è impossibilitato a fornirle.

La decisione porterà inevitabilmente polemiche legate alla privacy, anche se il consenso sarà espresso direttamente dai consumatori. Il tag ha un codice a 16 cifre, grande come un chicco di riso e verrà impiantato nel braccio destro. Dal 28 aprile è attivo un sito Web (Health Link, che è anche il nome commerciale del prodotto venduto da VeriChip) in cui è possibile conoscere tutte le informazioni necessarie per impiantarsi il processore.
VeriChip ha inoltre stretto un accordo con la HearUSA, Inc., società privata che si occupa della cura di pazienti affetti da disturbi dell’udito, per distribuire materiale informativo nei suoi otto centri di Palm Beach in cui anche del personale qualificato è in grado di offrire delucidazioni.
“Abbiamo scelto come partner la HearUSA per la sua impeccabile reputazione e per la qualità della sua assistenza”, ha dichiarato Scott R. Silverman, Chairman e Ceo di VeriChip: “Questo accordo permetterà di offrire ai consumatori professionalità e luoghi adatti per ricevere informazioni e diventare membri di Health Link”.

Che cos’è l’Rfid?

Rfid significa Radio Frequency Identification, ovvero identificazione a radiofrequenza. Con questo termine si indicano quelle tecnologie che consentono il riconoscimento a distanza di oggetti, animali e persone sfruttando le onde radio. Un sistema di identificazione a radiofrequenza è costituito da due componenti principali: un trasponder o tag, e un reader. Il tag è l’etichetta che si appone all’oggetto. È qui che sono contenute tutte le informazioni ad esso relative e che lo identificano in modo univoco. I dati, memorizzati in un microchip, possono essere letti grazie a un’antenna che riceve e trasmette i segnali radio da e verso il reader Rfid. Il microchip e l’antenna, insieme formano il tag Rfid e sono tenuti insieme su un supporto fisico.