“Nel momento in cui c’e’ una pandemia globale, evidentemente catastrofica, che avanza dall’Asia verso di noi e che inevitabilmente ci investira’, e’ chiaro che a quel punto le economie crolleranno”. Parte da qui Pier Giorgio Gawronski, economista, specializzato in economia internazionale a Ginevra e a Oxford, ed esperienze di lavoro nell’Ufficio Studi di banche e organizzazioni internazionali come l’OCSE e UNCTAD, “Un mese fa ho scritto che si prevedeva un crollo del -12% del Pil e in una situazione del genere la prima conseguenza per uno Stato e’ che ci sara’ un crollo delle entrate fiscali. Un problema che per un Paese indebitato come l’Italia e’ triplo rispetto agli altri, perche’ diventa problema di sostenibilita’ finanziaria del debito pubblico. In questo senso forse si poteva prevenire il problema assicurando il debito pubblico, cioe’ facendo delle operazioni di assicurazione sui mercati finanziari”. L’Italia doveva fare cio’ che tanti risparmiatori hanno fatto per salvaguardare il patrimonio familiare, sottolinea l’economista, considerando che “si e’ verificata una situazione che capita raramente nella vita: Il 21 febbraio con la pandemia che stava scoppiando le borse erano ancora ai massimi livelli in tutto il mondo e non c’era nessuna possibilita’ che le borse non scendessero; l’ho scritto in tutti i modi. Personalmente ho venduto dei futures per coprire il patrimonio di famiglia, la stessa cosa si sarebbe potuta fare per l’economia italiana e per il bilancio dello Stato assicurando la nostra situazione finanziarie in modo tale che una volta che l’economia crollava come e’ successo in questo mese ci sarebbe stato un forte guadagno compensativo sui mercati finanziari… ma questo purtroppo non e’ stato fatto”.