(A firma di ) –
Se l’Italia aderirà all’ipotesi di riforma della Politica agricola
comunitaria (PAC) avanzata dalla Commisione europea dell’Health
Check, oltre 500mila imprese agricole italiane a conduzione familiare
perderanno il contributo annuo di 250 euro e verranno di fatto tagliate
fuori dalla rete agricola comunitaria, con un grave rischio di
emarginazione. La denuncia è contenuta in una lettera che Acliterra,
ha indirizzato al ministro delle Politiche agricole e forestali Luca Zaia, e
ai presidenti delle Commisioni agricoltura della Camera e del Senato,
Paolo Russo e Paolo Scarpa Bonazza Buora, invitando il Governo e il
Parlamento italiano ad agire di conseguenza in sede europea per
difendere e valorizzare la peculiarità del comparto agroalimentare
italiano. La riforma attualmente ipotizzata della Pac, infatti, non tiene
sufficientemente in conto le specificità territoriali e locali della nostra
agricoltura, che compete con le altre per la ricchezza delle sue
biodiversità, per la tipicità e la qualità delle sue produzioni.
In particolare, la previsione di una soglia minima di aiuti di 250 euro – o
di un ettaro di terra lavorato – per l’accesso al regime di pagamento
unico per le imprese agricole, avrebbe conseguenze molto gravi per i
produttori italiani più piccoli. Moltissime imprese a conduzione
familiare perderebbero l’aiuto comunitario, che serve anche a
riconoscere il ruolo formidabile di difesa del territorio che esse
assicurano da forme, le più disparate, di marginalizzazione,
particolarmente in aree svantaggiate, dove la presenza attiva di una
famiglia contadina è una risorsa insostituibile, quasi un presidio di
territorio, ma anche di cultura, di tradizioni e di legami comunitari.
Si chiede pertanto al governo e al parlamento l’impegno per il
mantenimento del regime attuale di pagamento unico, anche per gli
agricoltori più piccoli, come doveroso riconoscimento pubblico delle
azioni che svolgono le piccole imprese familiari in aree residuali.