(A firma di Manuel Romano) – I ‘Pandemic Bond’ sono delle obbligazioni emesse dalla Banca Mondiale – World Bank’s International Bank for Reconstruction and Development (IBRD) – che offrono agli investitori elevati pagamenti in correlazione del rischio di perdere una determinata o totalità somma del denaro investito in caso di pandemia.

L’epidemia di coronavirus Covid-19, definita “pandemia” dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), è il primo passo che farà scattare le clausole sui 320 milioni di dollari di “pandemic bond” emessi.

Coma funzionano i pandemic bond? Si tratta di due tranche obbligazionari con scadenza il 15 luglio 2020. La Classe A (225 milioni), paga una cedola del 7%, mentre l’altra ha una cedola dell’11%. Nel caso di una pandemia (ed altre clausole), i sottoscrittori della Classe A hanno un tetto massimo di perdite pari al 16,67%, mentre la Classe B rischia di perdere tutto il capitale. I pandemic bond sono legati ad eventi catastrifici, con l’obiettivo di raccogliere fondi per la lotta contro il virus nei Paesi più poveri.

Quali sono i requisiti? Secondo il regolamento di emissione, deve essere dichiarata dall’Oms una pandemia a livello globale, devono esserci almeno 250 decessi nel Paese di origine dell’epidemia e almeno 20 morti in un secondo paese e si dovrà considerare anche il tasso di crescita del contagio. In particolare, il 24 marzo del 2020 si saprà se si saranno verificate tutte le “condizioni trigger”, ovvero quei parametri che potrebbero impedire la restituzione del denaro investito.

Perchè gli investitori acquistano i catastrophe bond? Perchè offrono un rendimento molto più alto rispetto ad altri prodotti a reddito fisso. Inoltre, non solo legati alla consueta performance del marcato azionario – ma sono correlati ad eventi catastrofici – e quindi offrono una certa diversificazione per i portfogli degli investitori. I 320 milioni di pandemic bond, sono solo una minima frazione del mercato totale dei “catastrophe bond”, pari a circa 37 miliardi di dollari.