(A firma di .) –

L’Aquila è il cantiere più grande d’Europa ma può significare poco se non si
declina la ricostruzione nei termini di
cantiere più sostenibile d’Italia.
A pochi giorni dall’apertura del Salone della
Ricostruzione se ne è parlato con Andrea
Martelli – Communication Manager di Grohe
Italia, azienda europea leader nel campo della
rubinetteria sanitaria e con Stefano Vegrone
dell’Area Manager del Gruppo Berti con una
storia imprenditoriale e familiare che dal 1929
ad oggi attraversa tre generazioni e resta al
passo con i tempi presentandosi sempre
come un brand anticipatore di tecnologie e
tendenze: dai pavimenti artistici con elaborati
intarsi al laser.

Crede che la vera opportunità della
ricostruzione sia la sostenibilità più che la
ricostruzione in senso stretto?

Martelli: “Certamente. L’occasione di
ripensare e riprogettare la Città va colta nel
suo significato più pregnante: L’Aquila come
fiore all’occhiello dello sviluppo sostenibile.
La normativa italiana, purtroppo, in termini di
rendimento ed efficienza energetica non è
conforme alle disposizione della Corte di
Giustizia della Commissione Europea quanto
a certificati energetici. Si pensi solo che entro
il 31 dicembre 2020 tutti gli edifici di nuova
costruzione dovranno essere a energia quasi
zero, e che entro il dicembre 2018 si dovrà
provvedere a quelli in uso e di proprietà di enti
pubblici: se vogliamo evitare il deferimento
alla Corte di giustizia i tempi sono strettissimi
e, visti pure i richiami, le multe ed i
provvedimenti di infrazione avviati già nel
2006, dobbiamo attivarci immediatamente”.

Quale ricaduta economica immagina per la
ricostruzione?

Martelli: “Credo che la ricostruzione vada
gestita come un’opportunità che guardi oltre il
ritorno immediato, e i requisiti ci sono tutti.
Immagino Poli di Ricerca che possano
attivare investimenti in ambiti prima poco
percorribili: l’edilizia sostenibile oggi è a
portata di mano molto più di quanto lo fosse
prima, ed è su questo che bisogna lavorare.
Ad oggi solo regioni come il il Trentino, la
Lombardia, il Veneto hanno una legislazione
ad hoc, ma il problema, se vogliamo
chiamarlo così, non è la legislazione, bensì la
sensibilità collettiva al bene ambiente, un
bene, appunto, pubblico perché di tutti.
Inoltre, si può riuscire a stimolare l’apertura
dei mercati verso investimenti che portino
grandi benefici e un rapido ritorno economico,
in forza di maggiore consapevolezza,
preparazione, capacità tecniche e accesso a
finanziamenti ed ad offerte del servizio
energetico”.
Le imprese dell’Aquila possono trarre
benefici diretti?

Martelli: “GBC può offrire informazioni,
supporto e riconoscimento pubblico alle
società, imprese e alle organizzazioni che
aderiscono al Programma GreenBuilding. Per
loro significherebbe entrare in una nuova
dimensione, che travalica i confini locali e i
limiti di un economia ad oggi statica e
immobilizzata”.
Da un curriculum come il vostro nasce
spontanea la domanda: cosa vi porta
all’Aquila?

Vegrone: “L’Aquila è una città d’arte e ha un
patrimonio artistico di altissimo pregio.
Ricostruire nel rispetto dei canoni
architettonici nonché restituire agli abitanti la
possibilità di recuperare quanto hanno
perduto è un aspetto delicato, che attiene non
soltanto alla dimensione del valore
economico ma anche a quello emotivo.
Ci vuole molta competenza e molta
esperienza per fare fronte alle problematiche che presenta la ricostruzione o ristrutturazione degli edifici storici, sia pubblici che privati.
La nostra azienda, oltre ad essere stata la
prima ad utilizzare la tecnologia laser
applicata all’intarsio, dispone oggi di evoluti
sistemi informatici, di sofisticati macchinari
per la produzione che le permettono di offrire
un’ampia gamma di soluzioni e di creare
pavimenti in legno fortemente personalizzati,
specchio della personalità di chi li abita. Ambiti
diversi, ma molto versatili.
Altro punto di forza è il magazzino merci che
dispone di manufatti già messi in produzione:
circa 12.500 posti pallets per un totale di un
milione di mq. Il fatto è importante perché,
avendo l’azienda già fatto fronte alla fase di
produzione, si riesce a tagliare i tempi delle
forniture. Inoltre, la vendita dei prodotti è
affidata ai Partners esclusivisti e licenziatari
del marchio che, ben distribuiti sul territorio,
accolgono e assolvono le richieste dell’utente
finale, senza margine di errore alcuno”.
La crisi si è fatta sentire anche per un’azienda così prestigiosa o per la
gamma alta si è conservata la medesima
domanda?

Vegrone: Sulla qualità la crisi aggredisce
poco. Infatti, l’obiettivo del progetto Shopping
Experience Berti è diffondere la filosofia e la
qualità del prodotto in tutta Italia e all’estero: il
forte legame di partnership che si instaura
ogni giorno tra azienda e distributore
conferma che la direzione scelta è in assoluto
quella vincente.
Tanto è vero che i risultati di crescita degli
ultimi anni sono estremamente soddisfacenti:
i costanti investimenti strutturali e produttivi
che l’azienda sostiene ogni anno sono
sintomo di forte salute economica e indice che
il Gruppo è intenzionato a crescere e a far
crescere i propri Partners.
Ad oggi, Berti vanta un organico complessivo
di 220 persone e più di 140 punti vendita in
tutta Italia e all’Estero.