(A firma di Pasquale Rizzo, Avvocato, candidato UDC, provincia di Brindisi) –

Politica e partiti sono strumenti in mano ai cittadini per rendere viva una democrazia. I partiti a loro volta dovrebbero fondare il proprio consenso costruendo un rapporto con la società, rapportandosi alla stessa in funzione tanto della rappresentanza che della identità, avendo sempre come obiettivo il bene comune: unica vera missione di chi ha un approccio serio e ragionato alla cosa pubblica.
San Pietro Vernotico, Torchiarolo ma anche altre realtà locali vivono invece le stagioni politiche in maniera differente e l’attuale campagna elettorale rappresenta la cartina al tornasole di tutto ciò, e della incapacità della classe politica di porre al primo posto il bene comune frapponendo allo stesso invece i discorsi di campanile o l’esigenza di pochi di mantenere un potere fine a se stesso per evitare che altri possano elevarsi e tutelare il bene comune. Oggi si creano false contrapposizioni ideologiche in un contesto nel quale gli stessi attori, da decenni, monopolizzano la vita pubblica facendo finta di costruire il loro agire su aspetti ideologici, praticando poi in realtà una vera e propria spartizione del potere riconoscendosi in questa o quella realtà politica a seconda del momento storico e dell’aspettativa che vinca la destra o la sinistra.
Ed è così quindi che, per paura che i cittadini possano passare in rassegna chi gestisce i vari partiti ed i candidati per verificare chi sono, la loro storia, il vissuto, il rapporto che hanno e che hanno avuto con il territorio e la capacità che possono avere di tutelarlo in ambiti più ampi, volutamente si porta la campagna elettorale sui binari della scorrettezza, non solo screditando la coerenza altrui, ma soprattutto effettuando operazioni costose al limite finanche del voto di scambio.
È accaduto in occasione delle elezioni politiche dello scorso anno quando giorni prima delle elezioni si sono inaugurate piattaforme logistiche promettendo centinaia di posti di lavoro, per poi scoprire che le aspettative sono andate deluse e disilluse ed a tutt’oggi vi sono aziende che attendono di riscuotere i propri crediti e lavoratori impiegati per pochi mesi e poi lasciati a casa; sta accadendo anche in questa campagna elettorale atteso che questo o quel big politico inaugurerà un’altra ipotetica occasione di lavoro che magari durerà giusto il mese del periodo elettorale.
Innanzi a queste ferite gravi, coscienza civica, bene comune, interesse collettivo e senso della comunità dovrebbero spingere un Paese a ragionare in termini diversi, a non accontentarsi delle vuote promesse che durano da decenni, a non svendere il proprio voto e quindi il proprio destino magari per una postazione da rappresentante di lista ben pagata o per un posto di lavoro che sino ad un mese fa non esisteva e di colpo, in prossimità delle elezioni, viene promesso. Ci si rende conto che il decennio di barbarie politiche ha ridotto il Paese in una situazione di povertà, per cui anche quella promessa ha il suo peso per una famiglia: ma il voto deve essere altra cosa, è l’individuazione di un soggetto che possa tutelare un territorio e dare allo stesso una prospettiva diversa. In altre realtà ciò accade e sono state scelte le persone che meglio possano raggiungere tali traguardi od inseguire una visione del bene comune diversa da quella praticata (rectius non praticata) da decenni. Ci sono candidati che, dopo una parentesi da consigliere comunale piatta e priva di contenuti, poi non hanno speso un solo minuto del loro tempo per dedicarsi alla vita pubblica, magari anche sollecitando le coscienze collettive, ed oggi vanno in ogni dove come se fossero pieni conoscitori dei problemi del Paese: ma fino ad oggi dov’erano quando si trattava di discutere e trattare le piaghe della comunità; vi sono poi altri soggetti che per decenni hanno gestito come assessori occasioni importanti, o magari, anche indirettamente, hanno posto al primo punto della esperienza politica l’edilizia pubblica: peccato che sotto tale definizione non hanno inserito un percorso volto a dare case a cittadini svantaggiati od a nuove coppie che intendono acquistare la prima casa, bensì una lottizzazione fatta a spese del Comune in una zona delle marine dove società private a loro riferibili hanno costruito villette da vendere ai privati a caro prezzo. Oggi questi personaggi si candidano nel centrodestra e rappresenterebbero l’alternativa a quel centrosinistra nel quale hanno amministrato, direttamente od indirettamente, per decenni.
Non è questa la politica vera. Per arginare queste barbarie, il politico onesto propone ai cittadini una possibilità di scelta tra una visione da piccolo cabotaggio e mirata a dare tutto a pochi, ad una visione di più ampio respiro volta a pensare allo sviluppo di un territorio per il territorio ed i suoi cittadini.
Questa sfida è logorante, ma la speranza e l’ottimismo devono regnare sovrani e sono una iniezione di fiducia non indifferente. “Dividi ed impera”: è questo il motto di qualche esponente politico locale, anche perché in tal modo si creano gli spazi per personaggi politici da piccolo cabotaggio, facili da controllare e gestire. Il rinnovamento tuttavia è ormai ineluttabile se si intende tentare di percorrere una strada nuova e diversa. Il voto è l’unico strumento dei cittadini per scegliere la strada più giusta.