Una delle tante lezioni impartite dal Coronavirus e’ l’utilita’ e l’importanza dello smart working. Il lavoro agile da casa, scoperto per obbligo, diventera’ sempre piu’ una necessita’ che, tra le altre cose, portera’ con se’ una maggiore conciliazione dei tempi di vita-lavoro, mezzi pubblici e luoghi di lavoro meno affollati, citta’ meno trafficate e quindi anche meno inquinate. Il segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, intervistato dall’agenzia Dire, ritiene che questa sara’ la modalita’ del lavoro del futuro ma nello stesso tempo ne andranno regolati alcuni aspetti. “Di sicuro lo smart working e’ la modalita’ che riguarda il nostro futuro, se lo applicassimo alla pubblica amministrazione ne trarremmo un beneficio in termini di efficienza dei servizi che non ha precedenti ed e’ necessaria al nostro paese- ha detto Azzola- Tuttavia, siamo in ritardo sulla regolarizzazione di questo strumento perche’ abbiamo un duplice problema. Il primo e’ quello di utilizzarlo: negli anni passati le aziende non lo hanno mai voluto fare perche’ temevano di perdere il controllo sulla forza lavoro perdendo pero’ occasione di recupero di produttivita’, perche’ un lavoratore riesce a rendere di piu’ in quelle condizioni. Il secondo problema e’ evitare di ghettizzare quel lavoratore in casa, quindi prevedere la possibilita’ di alternare lo smart working alle presenze in azienda”.
Non solo “bisognera’ prevedere anche il diritto di disconnessione, perche’ se c’e’ una fase negativa di tutto questo e’ che molte persone si sono trovate a lavorare 24 ore al giorno 7 giorni su 7 perche’, col fatto che ‘sei a casa, posso chiamarti sempre’- ha concluso Azzola- Pertanto va disciplinato il diritto alla disconnessione, un rispetto degli orari di lavoro e il fatto che non ti ghettizzo dentro casa ma hai anche la possibilita’ di rientrare in ufficio per confrontarti con i colleghi e i superiori”.