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Per colpire sensibilmente la dispersione scolastica in Italia, non basta reperire fondi: occorre intervenire anche sugli standard scolastici per i ragazzi fino ai 16 anni, quelli per cui, sotto ad un certo livello interviene la bocciatura. È questo il commento di Orazio Niceforo, redattore della rivista specializzata Tuttoscuola e docente di Sistemi scolastici contemporanei all’università Tor Vergata a Roma sul decreto scuola che ha previsto uno stanziamento di 15 milioni da investire per ridurre i tassi di dispersione scolastica tra gli studenti italiani.
Per Niceforo, le iniziative intraprese sono “insufficienti”. “Per raggiungere un risultato ottimale, bisogna fare qualcosa di traumatico rispetto al naturale svolgersi delle cose – spiega -, come prevedere, per esempio, una riduzione drastica dei tassi di ripetenza attraverso una visione diversa degli obiettivi di apprendimento, almeno fino ai 16 anni, visto che il grosso della dispersione si concentra tra i 14 e i 16 anni”.
Per far ciò, però, occorrono delle indicazioni precise a livello ministeriale. “Occorre dire esplicitamente agli insegnanti che bisogna gestire la didattica in modo tale da attenuare o addirittura sostituire la logica degli standard – aggiunge Niceforo -, quella per cui al di sotto di un certo livello interviene la bocciatura, con una logica diversa, cioè quella della valorizzazione delle competenze specifiche di ciascuno studente. Se uno studente va bene in italiano ma va male in matematica, certamente occorrerà fare dei corsi di recupero per rimediare a quella insufficienza, senza considerarla sufficiente per far ripetere l’anno”.
Di avanguardie, in Italia, già ce ne sono. “Ci sono esperienze di questo tipo anche al Sud – precisa Niceforo -. Ci sono isole felici dove applicando questo metodo di maggiore flessibilità e personalizzazione dei piani di studio si è riusciti a contenere molto e in qualche caso azzerare la dispersione. Vuol dire che si può fare. Se non si fa è perché manca un esplicito invito a fare così”.
Esperienze che si ritrovano anche all’estero, con dati davvero interessanti. “Ci sono paesi nel mondo – spiega Niceforo -, e sono quelli che vanno meglio nelle comparazioni internazionali, come la Corea e la Finlandia, dove il tasso di dispersione fino a 16 anni è zero. Non è vero che bocciando migliorano i livelli di prestazione. Quei paesi stanno in testa alle classifiche e non bocciano nessuno”.
Per Niceforo, infine, vanno utilizzati al meglio anche gli spazi scolastici, al di fuori delle ore di lezione.
“Occorre utilizzare maggiormente gli spazi scolastici, utilizzando i pomeriggi e anche i periodi di chiusura delle scuole per interruzione delle attività non certo per allungare le ore di lezione, che sono fin troppe. Altri paesi consentono agli studenti di occupare lo spazio scolastico anche fuori delle lezioni frontali per fare tante cose che si riflettono, poi, in un miglioramento dell’apprendimento scolastico”.(ga)