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Con la crisi torna la vecchia cambiale a cui il grande Totò dedicò un film in epoca di pieno boom economico. Considerata uno strumento del passato, superato dai tempi, la grave crisi economica in corso ha riportato la vecchia cambiale al centro delle transazioni di molte famiglie e PMI. È quanto emerge da un sondaggio effettuato da Adnkronos: il 45% dei piccoli imprenditori interpellati dichiarano di averne firmata una nell’ultimo anno e il 70% ritiene possibile il ricorso alla cambiale nell’arco del prossimo anno. Lo stesso sondaggio, sei mesi fa, aveva riscontrato rispettivamente il 40 e il 59% di risposte positive. Il trend è dunque in crescita, sostenuto anche dalla stretta creditizia da parte delle banche. I vantaggi della cambiale sono tutti nella estrema facilità di utilizzo e nella esigibilità del credito. Si acquista nelle tabaccherie il documento contenente l’ordine di pagare una certa somma a una scadenza stabilita. Lo Stato incassa un’imposta di bollo pari al 12 per mille dell’importo. Il “pagherò” può anche essere girato da un creditore a un altro come gli assegni. Alla scadenza il creditore potrà rivalersi sul debitore e in caso di insolvenza sui suoi beni, sempre che ne abbia…Il problema infatti è, sempre più spesso, insolvenza. Le cambiali, le tratte e gli assegni non pagati ammontano nei primi sei mesi del 2012 a 1,64 miliardi di euro. Il fenomeno riguarda sia le famiglie per l’acquisto di beni di consumo o per onorare rate di prestiti in corso e che non riescono a rispettare ed Aziende che non riescono ad accedere a fonti di finanziamento creditizio classiche.