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Nel complesso dei ventisette paesi membri dell’Unione europea, attualmente,
ci sono quattro persone in età lavorativa per ogni ultra sessantacinquenne. Le
stime Eurostat appena pubblicate rivelano che i trend demografici e migratori
faranno variare tale rapporto, fino a raggiungere nel 2060 un valore dimezzato:
due persone in età lavorativa per ogni over 65. Un dato questo che non potrà
non condizionare le politiche previdenziali nazionali, che saranno tenute a
perseguire idonee riforme strutturali al fine di garantire la sostenibilità dei
rispettivi sistemi nel lungo periodo.
Analizzando l’evoluzione dei dati elaborati dall’istituto di statistica europeo,
emerge che la popolazione complessiva dell’Unione, 495 milioni di individui a
gennaio 2008, arriverà a un massimo di 521 milioni nel 2035. Anno in cui si
prevede che il tasso positivo di immigrazione regolare non sarà più sufficiente
a compensare l’impatto negativo provocato dalla progressiva diminuzione
delle nascite, deficitarie rispetto al tasso di mortalità già a far tempo dal 2015.
Tanto che per il 2060 si profila una popolazione europea di 506 milioni di
persone: l’Italia, con i suoi 59 milioni di abitanti, risulterà il quarto paese più
popoloso, preceduta nell’ordine da Gran Bretagna (76,6 milioni), Francia (72
milioni) e Germania (70,7 milioni).

Più in generale, si stima che la popolazione dovrebbe far registrare una
crescita in 13 paesi membri, mentre dovrebbe diminuire nei restanti 14. Gli
incrementi più rilevanti sono attesi per Cipro (+66%), Irlanda (+53%),
Lussemburgo (+52%) e Gran Bretagna (+25%). Tornando ad analizzare l’età
media delle popolazioni, va sottolineato che l’invecchiamento dei cittadini
europei continuerà a progredire. Gli over 65 passeranno dall’attuale 17,1%, al
30% nel 2060, mentre la percentuale degli ultra ottantenni toccherà quota 12,1
contro il 4,4% del 2008.
Proiezioni che rendono il compito dei ministri delle Finanze dei paesi dell’Ue
non certo agevole, come sottolineato da Amelia Torres, portavoce della
Commissione, in occasione della presentazione dei dati: “L’invecchiamento
della popolazione è una delle maggiori sfide che l’Europa deve affrontare,
unitamente ai cambiamenti climatici e alla globalizzazione”.

Il dibattito che si è sviluppato in questi ultimi anni a livello delle principali
istituzioni comunitarie ha evidenziato alcune leve su cui è possibile agire onde
evitare che le proiezioni più allarmanti si traducano in realtà irreversibili. Prime
fra tutte, un adeguamento dei sistemi pensionistici, nel rispetto del principio di
solidarietà tra le generazioni e misure atte a favorire il prolungamento della vita
lavorativa e a scoraggiare i prepensionamenti. Ma anche, maggiore sostegno
alle famiglie, finalizzato ad incrementare il tasso di natalità, nonchè politiche in
materia di immigrazione coordinate tra gli Stati membri che regolino i flussi,
elemento di importante riequilibrio demografico, e garantiscano agli immigrati
parità di condizioni di vita e di lavoro.