(A firma di .) –
Se il 2013 sta per volgere al termine, il nuovo anno porta con se una nuova tassa: la «Trise» che prenderà il posto di Imu e Tares. Si tratta di un nuovo tributo sui servizi dei Comuni formato dalla Tasi sulle prestazioni indivisibili (manutenzione strade e illuminazione) e dalla Tari sui rifiuti. La Tasi è dovuta da tutti i possessori di fabbricato e avrà l’aliquota di base (cioè la tassa sui servizi indivisibili della casa) pari all’1 per mille.
Va detto che questa nuova tassa non elimina l’Imu che viene cancellata sull’abitazione principale non di lusso ma che rimane su quelle di pregio, ville e sulle seconde case. I Comuni avranno la possibilità di ridurre il prelievo fino ad azzerarlo.
Le imprese invece potranno dedurre al 50% dall’imposta sul reddito l’Imu versata
per i propri
immobili strumentali.
La relativa perdita di
gettito sarà compensata con
il ripristino dell’Irpef
sugli immobili non
affittati in misura del 50%.
La Tari è la nuova tassa che sostituirà la Tares (la tassa per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti)
sarà dovuta da chi occupa a qualsiasi titolo l’immobile, quindi inquilino o proprietario che sia, e verrà calcolata sulla base della superficie calpestabile ovvero sui metri quadri. La tariffa però potrà essere commisurata alla effettiva produzione di rifiuti in base al principio europeo del «chi inquina paga».
È in questo momento che la Tari diventerà quindi “puntuale” cambiando il proprio nome in Tarip.
Diversa la situazione per i proprietari di seconda abitazione. Nel caso in cui infatti la casa in questione dovesse essere sfitta, essi dovranno pagare l’Imu (che in questo caso non viene abolita) insieme alla Trise, con un aumento evidente di contribuzione. Un pò meglio andrà invece a chi affitterà
l’immobile. In questo caso
infatti, resterà l’Imu, ma il proprietario si troverà a
dover contribuire solo per
una piccola parte della Tasi.
In media la nuova tassa Trise peserà sulla prima casa nel 2014 per 366 euro a famiglia in aumento rispetto ai 281 euro medi del 2013 ma in calo rispetto ai 450 del 2012 quando l’Imu si pagava anche sulla prima casa.
Infine brutte notizie per gli inquilini in affitto: questi si troveranno a pagare la Tari, ovvero l’imposta sui rifiuti, come già accade ora per la Tares. In più però dovranno partecipare anche al pagamento della Tasi, per una percentuale tra l’altro che potrebbe arrivare al 70% dell’ammontare complessivo.