(A firma di Luigi Sigismondi) –

L’economia aquilana ha
senz’altro subito mutamenti
eclatanti nel succedersi dei secoli,
non posso non accennare
all’importanza che la morfologia
del territorio, prevalentemente
montano alternato a zone verdi,
ha determinato: lo sviluppo di
pascoli e la nascita degli storici
tratturi che raggiungevano la
Puglia.

La pastorizia transumante
fu affiancata dalla nascita di un
ceto borghese che sviluppò il
commercio grazie ai raporti di
affari con i mercanti provenienti da
varie parti d’ltalia.
Insomma,
come uno storico e docente
aquilano ama ricordare, L’Aquila
divenne la “Capitale della lana”.

Accanto alla tradizione pastorale ed agricola ci fu una trasformazione radicale dell’economia e della società e arrivando al XX secolo, in particolare agli Ottanta, vi fu la diffusione dell’industria chimica, tessile, meccanica, delle fabbriche per la costruzione di componenti per telecomunicazione volute dalla Italtel e dalla Siemens.
Ci fu però una crisi rilevante della crescita economica a partire dalla seconda metà degli anni Novanta, cui è seguita comunque una ripresa nel Duemila. Anche il settore terziario ha registrato un’espansione, soprattutto negli u l t i m i a n n i , g r a z i e a l potenziamento delle strutture turistiche dedicate agli sport invernali, alla presenza del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga , alla realizzazione, nel Fucino, della stazione ricetrasmittente di Telespazio.

Non posso tralasciare il ruolo determinante dell’Università degli Studi de L’Aquila che grazie alle sue facoltà scientifiche ha attivato collaborazioni con le aziende locali. Il risultato di una sinergia tra l’Università, i laboratori Telecom e la Scuola Superiore Guglielmo Reiss Romoli ha consentito la realizzazione di prototipi come la tecnologia VideoTel.
Costruttivo anche il contributo dei servizi recettivi che accolgono gli studenti universitari. Fonti autorevoli di addetti al settore, sulla base di ricerche, dichiarano che sia l’edilizia attualmente a fare la parte da leone: d’altronde qualsiasi Comune attraverso l’adozione di Piano Regolatore contribuisce alla crescita dell’economia, aumentando l’occupazione con la creazione di posti di lavoro e favorendo la circolazione di prodotti manifatturieri.

Secondo un’indagine condotta da Excelsior 2007 di Unioncamere, infatti, anche quest’anno la crescita occupazionale appare trainata dall’edilizia, seguita dal settore alberghiero e dei ristoranti.
Sempre secondo Unioncamere, le attività manifatturiere si attestano su un saldo di 90 unità in più; tra queste si conferma la migliore tenuta delle industrie delle macchine elettriche ed elettroniche, metalli, mezzi di trasporto. Secondo il Rapporto L’Aquila 2007 edito dalla Camera di Commercio, lo stock delle imprese ha continuato ad aumentare nel 2006, risultando pari a 30.606, di cui 26.179 attive.

Tra gli aspetti negativi che il Rapporto evidenzia vi è il tasso di crescita complessivo, pari a +0,8%, che è il risultato della scarsa capacità di fare impresa da parte del sistema locale rispetto allo scorso anno, che aveva fatto registrare un incremento pari a +1,8%.
Il saldo delle imprese, afferma il Rapporto, è stato pari a 230 uni tà, risul tato della differenza di 2.006 nuove iscrizioni e 1.776 cancellazioni.