(A firma di redazione) –
“Noi vogliamo arrivare a una Repubblica intesa come un’amministrazione unica, come un unico corpo e non come 10 mila isole, un corpo unitario e semplice che dia in modo omogeneo servizi di qualità alla nostra popolazione e soprattuto ai piu’ deboli, mettendo prima la persona della burocrazia”. Lo dice la ministra per la Semplificazione e la pubblica amministrazione, Marianna Madia, intervenendo alla presentazione del Rapporto 2016 dell’Associazione italiadecide nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio.
Il governo, sottolinea Madia, “sta portando avanti un programma di riforme che deve ridare all’Italia una nuova stagione di crescita e occupazione e quindi di benessere ridato ai cittadini. Sarebbe troppo superficiale e ingenuo considerare le riforme le leggi approvate: riforme deve significare cambiamento concreto nella vita delle persone. Se questo è il programma del governo, l’innovazione deve avere nel programma del governo un posto principale” con il potenziamento dell’”agenda digitale”.
La riforma della pubblica amministrazione, continua Madia, “non puo’ essere fatta come anni fa, occorre fare i conti in positivo con l’innovazione tecnologica. Non stiamo parlando solo di progresso tecnico ma di una grande potenzialità per avere un fortissimo progresso sociale“, “coniugando alla parola innovazione i diritti” per una “cittadinanza digitale”. La ministra annuncia: “Faremo un bilancio in autunno 2017 e in quella data vorremmo che si fosse andati avanti con l’obiettivo di arrivare a un unico sistema di identificazione” digitale “per adempiere i propri obblighi, come cittadini, con la Pa o scambiare dati con la pubblica amministrazione”. Madia aggiunge che occorre si’ puntare “alla competività ma anche all’equità perchè- sottolinea- un maggiore accesso alle tecnologie diminuisce il divario tra ricchi e poveri e ci restituisce un Paese piu’ equo ma anche piu’ umano, perchè ci deve anche essere un tempo per vivere, soprattutto per le madri con una qualità vita familiare. Non è giusto far perdere tempo alla vita delle persone”. (Dire)