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Le Mortelle si scoprono a Km. 0

(A firma di .) –

Se la creatività “strizza l’occhio” ad una lunga tradizione nel mondo del vino, e si traduce in progetti capaci di guardare al grande pubblico alla ricerca sì di grandi vini direttamente nei luoghi dove nascono, ma dove trovare anche quanto di meglio il territorio può offrire, dai prodotti al paesaggio, e che diventano così meta prediletta per viaggiare all’insegna del wine & food.
Da un lato, grandi bottiglie di culto dai terroir più famosi – dal Tignanello e Solaia nel Chianti Classico al Brunello di Montalcino, dal Guado al Tasso a Bolgheri, passando per il Cervaro della Sala in Umbria – dall’altro, in una delle mete turistiche più famose, soprattutto in estate, alla Fattoria “Le Mortelle” a Castiglione della Pescaia in Maremma, Antinori si scopre anche a “Km 0”. Qui, con il mare alle spalle, non solo si degustano vini e si visita la cantina che guarda al rispetto per l’ambiente, ma è possibile anche acquistare la frutta da agricoltura biologica (pesche, susine, albicocche, pere, fichi e mirtilli) che proviene dai 15 ettari di frutteti della Tenuta, come vuole la migliore tradizione di Maremma (info: www.antinori.it).
Il mare sullo sfondo, le fattorie immerse nel paesaggio selvaggio e perfino i piccoli mercati degli agricoltori lungo la strada, sono gli elementi che caratterizzano tutta la Maremma, e che ne fanno una delle mete di vacanza più amate in Italia, e non solo.
E che si ritrovano anche a “Le Mortelle”, dietro cui c’è la secolare tradizione ed il know how di uno dei marchi storici del Belpaese, capace però di guardare alle nuove tendenze per incontrare il favore degli amanti del wine & food: come quella del “Km 0”, grazie ai prodotti tipici del territorio coltivati direttamente in Fattoria.
“Na girata a Le Mortelle”: si chiama così la visita guidata della Fattoria, e Mortella è il nome del mirto selvatico, un arbusto che cresce sulle zone costiere della Maremma e che anche il simbolo della Fattoria, che faceva parte di un complesso più ampio, già individuato sulle carte geografiche da Leopoldo II a metà dell’800