(A firma di Michael Vitale, tratto da http://economia.iobloggo.com) –
C’era una volta… mi sembra che inizino così le favole; favole, si perché oggi vorrei raccontarvi una favola che narri di come si può sviluppare una crisi finanziaria partendo da una cosa semplice come la casa. C’era una volta un paese, dove vi era una forte crescita dell’edilizia e dove molte famiglie non erano in grado di chiedere un mutuo in banca per acquistare l’ingente numero di case che venivano costruite. Il paese in questione si chiama United States of America, il paese dove comprare a debito è la normalità. In questo paese un giorno talune banche hanno deciso di “venire incontro” alle povere famiglie che avevano grossi problemi nel ottenere un mutuo per acquistare la prima casa, creando i famosi mutui Sub-Prime. Che cosa avevano di speciale? E’ presto detto; tali mutui erano concessi a soggetti che avevano un merito creditizio molto basso e dunque un istituto di credito non avrebbe mai concesso un mutuo per l’acquisto di una casa.
Come mai questo è stato possibile? Il meccanismo era reso possibile grazie ad uno strumento finanziario molto particolare chiamato CDO, acronimo di Collateralized Debt Obligations. I CDO sono strumenti derivati il cui valore poggia su un portafoglio di attività che possono essere prestiti bancari o obbligazioni. Le banche che concedono questi muti impacchettano i loro assets in CDO i quali non vengono venduti direttamente ai risparmiatori. Le banche dette “originator” creano delle società veicolo alle quali vengono girati tali assets; a loro volta queste società emettono dei CDO in varie tranches; ogni tranches copre una determinata % di perdita sul portafoglio iniziale. Quindi per fare un esempio, la prima tranche coprirà il primo 10% di perdita (sarà quindi la più rischiosa), l’altra coprirà un altro 30%, poi un’altra la restante parte; ogni tranche sarà quindi via via meno rischiosa. Ovviamente al calare del rischio cala anche il rendimento offerto agli investitori. Le tranches meno rischiose avranno ovviamente dei rating migliori, anche se alcune società di assicurazione hanno assicurato alcune tranches peggiori permettendo di migliorarne il rating sul mercato.
I risparmiatori acquistando sul mercato tali CDO si assumono anche il rischio derivante dalle perdite, ma in cambio hanno per un determinato periodo di tempo i rendimenti derivanti del CDO. Con questo meccanismo è chiaro che i rischi derivanti dall’insolvenza dei mutuatari delle banche originator non si riflettono più sulle banche ma sugli acquirenti di tali CDO. Chiaramente il rendimento medio del portafoglio originale è superiore al rendimento medio dei CDO, questo garantisce un guadagno alle banche originator. Quindi la banca girava parte degli interessi derivanti dal pagamento dei mutui agli investitori, i quali si assumevano il rischio di insolvenza. Se vi fosse stata una perdita la banca liquidava la posizione alla società veicolo e il sottoscrittore del CDO si sarebbe accollato la perdita.
Per semplificare il ragionamento fin qui esposto, possiamo dire che le banche hanno iniziato a prestare soldi a tutti, senza fare un’attività di analisi del merito creditizio del debitore, perché nella peggiore delle ipotesi sarebbe stato il mercato (o meglio i piccoli risparmiatori) a sopportare le perdite. Facile vero? Piccolo particolare….le tranches più rischiose con il tempo venivano rimpacchettate e rivendute in altri strumenti, che andavano con il tempo a riempire gli attivi di imprese e di altri intermediari finanziari. Tutto fila liscio finché il valore del sottostante, cioè le case, continua a crescere.
Il problema è che a un certo punto la bolla immobiliare è esplosa e il valore degli assets che sottostavano a questa complessa architettura finanziaria è iniziato a crollare. Le perdite hanno iniziato a propagarsi su tutto il mercato; il particolare più grave è che gran parte di queste tranches era stato rimpacchettato così tante volte che non si riusciva più a sapere con esattezza il volume di perdite che poteva investire i risparmiatori, le imprese e le altre banche. Questo vuol dire creare seri problemi alle banche, e in particolare al mercato inter-bancario. Nessuna banca si fidava più delle altre banche nel momento in cui una di queste chiedeva un prestito (operazione del tutto usuale in un mercato normalmente funzionante), poiché non si sapeva quanta parte del patrimonio della banca richiedente il prestito, fosse contagiato dai CDO. A loro volta le banche non potendo chiedere prestiti al mercato inter-bancario riducevano il loro portafoglio prestiti alle imprese. La crisi stava piano piano prendendo piede….il resto è una storia che tristemente conosciamo.
Si, forse avete ragione voi…questa non è una favola….le favole generalmente finiscono sempre con “e vissero tutti felici e contenti…”