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Siamo tutti abruzzesi

(A firma di Taty Rosa Bo, Direttore Responsabile Energeo Magazine) –

Il dopo terremoto è stato il palcoscenico della
partecipazione (un pò troppo) esibita, delle
lacrime sulle macerie, ma anche della generosità vera. Gli italiani sono un grande popolo: nonostante la crisi hanno teso la mano ai loro fratelli abruzzesi ai quali il sisma aveva tolto tutto. Ma sono italiani anche gli sciacalli che frugavano
nelle macerie e gli irresponsabili che avevano costruito l’ospedale dell’Aquila e la Casa dello Studente. Progetti sbagliati, materiali scadenti, cemento fatto con la sabbia marina. Se ci sarà un’inchiesta il verdetto è già scritto e affonda le
radici nella storia nazionale: tutti colpevoli
nessun colpevole.
Ma adesso bisogna ricostruire, possibilmente facendo tesoro degli errori del passato: Gibellina, costruita come una città modello dopo il terremoto siciliano del 68, oggi è una città fantasma. Per non parlare della vergogna dell’Irpinia. I tempi sono strettissimi, sulle tendopoli incombe il caldo estivo. Per gli aquilani ancora negli accampamenti è una vita durissima,
la preoccupazione è che la precarietà diventi
stabile, la gente comincia a domandarsi cosa
succederà davvero domani, quando l’attenzione mediatica, inevitabilmente, si ridurrà. La risposta dell’esecutivo, all’indomani del terremoto, è stata
immediata, ma non è ancora ben chiaro che tipo di interventi ci saranno concretamente, quando e come si tradurranno davvero in pietre e muri, fiducia e speranza.
Gli abruzzesi dovranno reinventarsi la vita, ma
una vita inestricabilmente legata ai luoghi delle loro anime. Ricostruzione dunque, ma anche edilizia sostenibile e adeguamenti antisismici, nel rispetto dei luoghi, delle pietre delle città medievali, dei mattoni delle case degli anni trenta, delle mille storie di chi in quei luoghi è nato e che da quel sisma è stato ferito a morte e che oggi ha il diritto di ricominciare a vivere.
Perché non cogliere la drammatica circostanza del terremoto per migliorare la realtà abruzzese, per coniugare comportamento ecologico e calcolo economico, creando valore e consentendo ai cittadini di risparmiare tutelando l’ambiente?

Perché non ricostruire, sull’esempio dell’Alto Adige, secondo i canoni casaclima? Si tratta di un sistema ad alto risparmio energetico, per riscaldare le abitazioni occorrono meno di tre litri di gasolio/anno al metro quadro (non dimentichiamo che l’Aquila è una delle città più fredde d’Italia).
Costruirsi (o ricostruirsi) una casa ecologica significa risparmiare in bolletta ed elevare il valore della casa stessa.
Ma la ricostruzione passa anche attraverso la ripresa delle attività industriali e commerciali, occorrono vantaggi fiscali e incentivi finanziari tali da incoraggiare gli investimenti, il territorio aquilano deve essere dichiarato zona franca per diversi anni.
Noi di ENERGEO MAGAZINE – periodico delle comunità ecosostenibili, Comuni, Distretti energetici, Poli di Ricerca e innovazione tecnologica – abbiamo sentito il dovere di gemellarci idealmente coi colleghi di Portfolio, Svago e L’Impronta, nella consapevolezza che la ricostruzione passa anche attraverso il sostegno all’informazione. Perché dall’informazione deriva la conoscenza, merce di cui abbiamo più che mai bisogno. Perché questa è la funzione di un’ editoria di qualità: fornirci le conoscenze che ci aiutino ad orientarci in un mondo fatto di promesse inattendibili, spot intrusivi, proposte politiche indecenti. I giornali legati al territorio – in quanto strumenti di cultura, libertà e democrazia- costituiscono una sentinella preziosa, una ricchezza per tutti, una risorsa che va difesa e che deve ricominciare a vivere.
Luisa Stifani, direttore e giornalista di razza, ha reagito alla sciagura da abruzzese vera: fiera, dignitosa, costernata ma coraggiosa, pacata ma non rassegnata. Da vera fuoriclasse ha saputo avviare un rapporto intenso fra informazione e realtà operanti sul territorio ed oggi più che mai desidera che i suoi giornali continuino ad essere un punto di riferimento per i lettori abruzzesi, presenti “fisicamente” tra la gente, dalla parte dei cittadini, per raccontare i fatti, provocare discussioni, essere di indirizzo e di stimolo su temi di interesse pubblico.
Le redazioni dei grandi giornali spesso sono uffici di collocamento per politici e potenti, io penso che il giornalismo italiano dovrebbe avere il coraggio di ammettere che non basta saper scrivere correttamente (il che non sempre avviene), per essere un giornalista vero. Per essere come Luisa.
Sulle pagine del prossimo numero di Energeo (attualmente in lavorazione) pubblicheremo un appello con le relative coordinate bancarie e tutte le indicazioni per effettuare i versamenti ed inviteremo i lettori, gli sponsors e tutti i nostri interlocutori a sostenere in modo concreto e generoso i nostri colleghi de L’Impronta. Confidiamo nella sensibilità dei protagonisti del mondo della sostenibilità ambientale, certi che risponderanno all’appello con la dovuta generosità.