(A firma di ) –
L’indebitamento netto nel 2006 risulta pari al 2,5% del PIL, se si escludono gli oneri straordinari derivanti dalla
cancellazione di crediti dello Stato nei confronti delle Ferrovie e della sentenza della Corte di Giustizia in materia a di
IVA.
Tale valore viene inoltre usato come parametro di riferimento per valutare la correzione dei conti pubblici tra il 2006
e il 2007 (pari allo 0,1% del PIL, se si considera la riduzione dell’indebitamento netto dal 2,5% al 2,4% del PIL).
Ai fini di una corretta valutazione dell’evoluzione dei saldi di bilancio tra il 2006 e il 2007, tuttavia, occorre rendere
omogeneo e significativo il confronto tra i due esercizi, tenendo quindi conto di “tutti” i fattori una tantum, sia migliorativi
che peggiorativi, che incidono su di essi.
Come già riportato nel DPEF dello scorso giugno e successivamente nella Nota di Aggiornamento, il totale delle misure
una tantum nel 2006 si situa all’1,2% del PIL.
Al netto di queste, pertanto, il disavanzo del 2006 è pari al 3,3% (4,4%
meno 1,2% tenendo conto degli arrotondamenti). Lo stesso calcolo per il 2007 fornisce una stima del disavanzo pari al
2,5% del PIL (le misure a carattere straordinario incidono solo per lo 0,1-0,2%). Sono questi i dati cui occorre fare
riferimento ai fini di una valutazione omogenea e significativa dell’azione di politica di bilancio adottata dal Governo.
In conclusione, come riportato nella tabella della Nota di Aggiornamento al DPEF 2008-2011: l’indebitamento netto si è
ridotto dal 4,4% del PIL nel 2006 al 2,4% nel 2007
(0,4% del PIL in più di quanto richiesto da Bruxelles); l’indebitamento netto corretto per le misure una tantum si è ridotto dal 3,3% del PIL al 2,5%; l’indebitamento netto
strutturale (al netto delle una tantum e del ciclo economico, calcolato secondo la metodologia
adottata da tutti i paesi UE), sempre tra 2006 e 2007, si è ridotto dello 0,5% del PIL.
L’aggiustamento strutturale nel biennio 2006-07 ammonta all’1,8% del PIL, 0,2 punti in più
rispetto a quanto raccomandato dal Consiglio UE nel contesto della procedura di disavanzo
eccessivo avviata nei confronti dell’Italia nel luglio 2005.