(A firma di (Redazione)) –

Gli investimenti immobiliari all’estero sono stati il tesoretto a cui molti italiani hanno guardato in questi anni di crisi: piuttosto che comprare in Italia, in tanti hanno scelto di comprare case in località straniere “sicure”, perché in territori contraddistinti da una solidità economica e politica, oltre che dalla capacità di attrarre turisti e clienti.

Ma qual è la situazione attuale? A fare il punto sulle opportunità del 2016 ci ha pensato l’agenzia di consulenza immobiliare inglese Knight Frank, il cui ultimo report è stato pubblicato di recente su Panorama.

Lo Studio

Nello studio di Knight Frank sono state prese in considerazione dieci città nel mondo note per essere un punto di riferimento degli investimenti immobiliari mondiali: Londra, New York, Miami, Monaco, Parigi, Singapore, Shanghai, Sydney, Hong Kong e Ginevra.
Per queste città sono stati considerati dieci diversi possibili fattori di rischio, valutandone le conseguenze di ognuno sul mercato immobiliare locale. Questi sono: il rallentamento dell’economia cinese, una crescita contenuta del reddito disponibile, l’aumento dei tassi di interesse negli USA, le difficoltà dei mercati emergenti, il rallentamento dell’economia nazionale, il rallentamento dell’economia globale, la stabilità della valuta nazionale, eventuali crisi geopolitiche o conflitti, nuove forme di regolamentazione dei mercati, il crollo del prezzo delle materie prime, petrolio in primis.
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Sulla base di questi complessi parametri è stata poi stilata una classifica, che ovviamente non ha la pretesa di essere assoluta ma serve a capire dove si rischia di più e dove, invece, si dormono sonni tranquilli.

Dove si rischia di più: Parigi, Singapore e Hong Kong
Le metropoli esaminate in cui sarà più rischioso investire nel 2016 sono Parigi, Singapore e Hong Kong. In primis, si tratta di tre città in cui i prezzi degli immobili dovrebbero calare tra il 3 e il 5%. Parigi, nel dettaglio, ha livelli di rischio molto altri per tutti i fattori messi sotto analisi, ma a pesare maggiormente è quello geopolitico, visti anche i recenti fatti che hanno fatto tremare la Capitale.
SuSingapore, invece, determinanti sarebbero gli effetti di un aumento dei tassi di interesse USA, il rallentamento dell’economia nazionale e l’eccessiva regolamentazione del mercato interno.
Per Hong Kong oltre a tutti questi problemi occorre aggiungere un contesto geopolitico molto più rischioso.

Ginevra, Londra e Miami

Risultati di medio livello per Ginevra, Londra e Miami: a Ginevra i mercati immobiliari stabili portano ottimismo, anche se gli ostacoli possono arrivare da problemi l’eccessiva regolamentazione dei mercati, il crollo dei prezzo delle materie prime e la stabilità della valuta nazionale.
A Londra e Miami, invece, si prevede una leggera crescita degli investimenti immobiliari: nella capitale inglese, riporta l’analisi, la situazione migliorerà ulteriormente se ci sarà un’ulteriore liberalizzazione del mercato interno e se l’impatto del rallentamento cinese sarà contenuto; a Miami i rischi sono diversi, da un eventuale aumento dei tassi di interesse americani alla crescita limitata del reddito disponibile, per citarne qualcuno.
La città più ambita per gli investimenti: Sydney

La città più ambita per gli investimenti nell’immobiliare – stando allo studio – è Sidney: nella metropoli australiana si prevede una rivalutazione immobiliare residenziale di circa il 10% nel corso dell’anno.
Un vero e proprio boom, che potrebbe essere ridimensionato solo da due fattori di rischi: l’ulteriore rallentamento dell’economia cinese, punto di riferimento per l’export australiano, e l’eccessiva riduzione dei prezzi delle materie prime.

Buone, anche se non ai livelli della città australiana, anche le prospettive immobiliari per Monaco, New York e Shanghai, dove si stimano prezzi in ascesa (tra il 4 e il 5%) e rendimenti in miglioramento rispetto al passato.

Vittoria Giannuzzi