(A firma di Ferdinando di Orio, M° Rettore Università dell’Aquila) –

Nel processo di interazione tra
ricerca, formazione e trasferimento
tecnologico, operano a Iivello
regionale una pluralità di attori e in
questi anni sono stati creati enti
finalizzati al trasferimento tecnologico
e al supporto delle imprese.
E’ oggi fondamentale che tutte queste
diverse forze sviluppino una capacità
di fare sistema, per promuovere
grandi progetti multidisciplinari di
ricerca e sviluppo in rete con imprese
e realà esterne finanziarie
internazionali e nazionali.
Il problema fondamentale per il
sistema universitario abruzzese –
come d‘altra parte tutlo il sistema
universitario nazionale – riguarda
sostanzialmente l’acquisizione di
risorse soprattutto finanziarie, ma
anche umane e organizzative, alla
scala necessaria per conseguire Ie
indispensabili masse critiche.

In tale prospettiva, possono svolgere un ruolo importanti le Fondazioni universitarie , che possono rappresentare strumenti essenziali per il reperimento di nuove risorse finanziarie e per l’utilizzazione dei risultati della ricerca scientifica.
Accanto alle Fondazioni, possono essere previste collaborazioni con amministrazioni pubbliche per lo svolgimento in collaborazione delle attività istituzionali di interesse comune , come anche la partecipazione ad organismi privati (società od altre forme associative) definendo precise norme di garanzia a tutela degli Atenei.

Dal canto suo, l’Università degli Studi dell’Aquila, oltre al suo personale e ai suoi centri di ricerca, si è in quest’ultimo triennio attrezzata con ulteriori e appropriati strumenti, quali la Fondazione, la figura del Research Manager, il Regolamento per gli spin-off accademici e la struttura di supporto all’attività di spin-off.

Gli “spin-off accademici” sono vere e proprie società, eventualmente partecipate dall’Università, che prendono avvio da risultati della ricerca svolta in sede Universitaria.
I soggetti fondatori delle società possono essere: docenti, ricercatori universitari, dipendenti dell’Università appartenenti al personale tecnico-amministrativo, titolari di assegni di ricerca e di borse di studio, studenti dei corsi di studio, laureandi, allievi dei corsi di specializzazione e di dottorato.
Con questi strumenti, l’Università dell’Aquila ha inteso valorizzare il proprio patrimonio conoscitivo e tecnologico, favorendo il contatto tra le strutture di ricerca universitarie, il mondo produttivo e le istituzioni del territorio, al fine di sostenere la ricerca scientifica e tecnologica e di diffondere nuove tecnologie aventi positive ricadute sulla produzione industriale, sul benessere sociale e sull’attrattività del territorio.

L’obiettivo è quello di creare circuiti virtuosi, di diffusione di informazioni, idee, risorse e competenze; facilitare i processi di condivisione di sapere e innovazione; sviluppare reti di relazione e di contatti propedeutici all’innesco di processi di ammodernamento, di sviluppo e crescita imprenditoriale e sviluppare forme di collaborazione internazionale con operatori e con istituzioni tecnico/scientifiche.
Tale obiettivo sarebbe più facilmente perseguibile se il sistema universitario abruzzese trovasse nelle istituzioni locali un reale interesse a sviluppare un autentico rapporto di reciprocità per lo sviluppo del territorio e per la crescita della popolazione.
Un territorio e una popolazione sono infatti, messi nelle condizioni migliori per svilupparsi economicamente e crescere culturalmente, quando vengono creati circuiti virtuosi tra Istituzioni Locali, sistema universitario, sistema imprenditoriale e sistema finanziario che rendano possibile la diffusione di informazioni, idee, risorse e competenze e che attivino processi di condivisione di saper i , di innovazione e di collaborazione internazionale.

In una struttura federalistica dell’organizzazione dello Stato, tuttavia è sempre più indispensabile che le Istituzioni Locali investano risorse per la valorizzazione della cultura, della ricerca e dell’innovazione tecnologica, per il sostegno ai luoghi dove si formano le conoscenze scientifiche, per la creazione e il potenziamento di reti di eccellenza, per l’incremento degli scambi e la cooperazione scientifica internazionale.
In tale prospettiva, è fondamentale che si sviluppi una sempre maggiore consapevolezza circa le opportunità che possono derivare dal rapporto con la Regione Abruzzo, di fatto divenuta un’istituzione centrale della società civile e politica alla luce del nuovo assetto federalista dello Stato.
Come anche nuove opportunità possono derivare dal rapporto diretto che l’Unione Europea intrattiene con le Regioni in materia di ricerca e formazione.

Nel mio attuale ruolo di Presidente del Comitato di Coordinamento Regionale delle Università Abruzzesi ho proposto la formulazione di una legge regionale finalizzata alla promozione della cultura umanistica e scientifica, della ricerca e dell’innovazione tecnologica.
Una legge regionale in grado di assicurare risorse ai Centri di eccellenza presenti sul territorio e alle Università abruzzesi e che, nella finalità di regolamentazione e implementazione di tutto il sistema regionale abruzzese della ricerca e dell’innovazione, abbia ben chiaro il legame strettissimo e irrinunciabile tra questo, la Scuola e le Università pubbliche.